OLTRE IL DESIDERIO – Trascendere ogni desiderio affinché si realizzi
“Volli, e vòlli sèmpre, e fortissimaménte vòlli.” – (V. Alfieri)
Quand’ ero bimbo, per un certo periodo di tempo, ho avuto il desiderio fisso e ardente di avere una vera bicicletta da corsa. Le biciclette da corsa sono sempre costate una certa cifra (ed ora, più che mai, costano un capitale!); quindi i miei volevano essere certi che questo mio desiderio ‘fuggevole’, avesse per lo meno un certo fondamento. La bicicletta da corsa, con il passare del tempo, diventava un desiderio sempre più intenso e ardente, in me, tanto che la sognavo pure di notte.
Alla fine, dopo un po’ di mesi di brama per L’ oggetto così tanto desiderato; in un caldo pomeriggio di giugno, mio padre, come faceva solitamente, mi disse di salire in auto con lui, e insieme andammo in una certa località nota per la produzione di biciclette, presso un fabbricante di bici da competizione con il suo marchio proprio. Un signore di mezza età, che, se ci penso un attimo, ancora adesso lo ricordo per la sua dolcezza, gentilezza e semplicità nei modi. La prima che mi propose fu quella buona, era gialla fiammante! Concludemmo in un’ oretta e ci salutammo con gioia. Me L’ avrebbe fatta consegnare a casa di lì a pochi giorni. Ero sprizzante, sfolgorante di una gioia quasi incontenibile.
Dopo pochi giorni me la consegnarono a casa, come previsto, ed io per qualche tempo là venerai. Andavo a vederla a tutte le ore, li sospesa in alto su ganci (le ruote tubolari non dicevano toccare il suolo). Anche mio padre se ne prese una, quasi uguale, solo più grande, azzurro mare (la mia era una 3/4). In quel periodo, quindi, avevamo preso questa sana abitudine di andare ogni settimana a fare un circuito sulle colline, per tenerci in allenamento, con un piccolo gruppetto di cicloamatori.
Il tempo passava, mi proposero alla fine di entrare nella squadra ciclistica Junior, ma non accettai, preferendo altri sport del momento, e il mio entusiasmo per la bici piano piano si ridimensionó di molto, tanto che poi, dopo un’ anno o due, preferii il motorino (di certo molto meno faticoso) e con la possibilità di portare le ragazze dietro, anche se la cosa non era autorizzata dal codice stradale! E il nuovo oggetto del desiderio diventó, a questo punto, la motocicletta cross- enduro cc.125, a 6 marce (con la possibilità reale di portare il passeggero dietro), con il casco ovviamente! Quella però non l’ ebbi mai! (e forse per fortuna, dati i rischi del caso).
Le biciclette, invece, quelle le ho ancora.
IL DESIDERIO di qualcosa di materiale che non abbiamo in quel momento è che vorremmo avere, come se fosse l’ unica cosa al mondo che ci interessa in quel determinato momento della nostra vita, è molto interessante per gli economisti e per gli uomini di marketing (non per i commercialisti, per quelli magari sarà interessante dopo..), e la chiamano aspettativa per un’ ‘utilità marginale’ massima. Il problema è che dopo l’ utilità marginale massima, si va scendendo verso la minima, e poi si va anche sotto al grafico; cioè, ad un certo punto, di quella cosa non ne vorrò proprio più sapere!
CIÒ CHE VELOCEMENTE VIENE OTTENUTO, VELOCEMENTE SE NE VA!
Ricordate la lampada di Aladino e il suo genio? Essa avvera i desideri solo quando sono detti con la giusta formulazione, allora si avverano sempre. Quello che succederà dopo, però, rimane sempre un’ incognita. Nel senso che ogni desiderio avverato porta con se delle conseguenze, degli effetti, e non sempre saranno quelli che aspettavamo, direi anzi, molto raramente.
Ricordate poi, come nelle favole per bambini di Disney, il ‘voglio, voglio, voglio’ (tutto e subito), non funzionava mai, e il desiderio si avverava solo quando proveniva dal cuore, quando era stato, cioè, in qualche modo trasceso. Solo allora si manifestava nella realtà, e il vecchio carretto diventava una bellissima carrozza con cavalli bianchi, e il ranocchio, davanti alla poverella di turno, diventava il bellissimo principe azzurro, che la giovine protagonista, mai e poi mai avrebbe sperato di poter anche solo avvicinare. E qui, il desiderio finale era comunque quello di realizzare l’ amore della sua vita, un desiderio immateriale, il desiderio dei desideri!
Il DESIDERIO ERA STATO ‘LANCIATO’ NELL’ UNIVERSO, CON FERVIDA IMMAGINAZIONE, MA POI ERA STATO TRASCESO, E NON C’ ERA NESSUNA ASPETTATIVA A RIGUARDO. COSÌ SI AVVERANO I DESIDERI, COSÌ SI REALIZZANO I ‘MIRACOLI’.
TRASCENDERE, è una bellissima parola che deriva dal latino, e significa oltrepassare, montare al di sopra (non scendere, ma salire), andare oltre.
DESIDERATE QUALCOSA, LASCIATELA ANDARE. DIMENTICATEVI PER UN PO’ DI QUELLA COSA, APPURATE COME LA VOSTRA VITA È LA VOSTRA GIOIA DI VIVERE NON DIPENDA, IN REALTÀ, IN NESSUN MODO DA QUELLA COSA, E POI, QUANDO MENO VE L’ ASPETTATE ARRIVERÀ, VERRÀ A VOI, E SARETE ANCORA PIÙ FELICI DI PRIMA. E POI, ALLA FINE DI TUTTI I DESIDERI, RIMARREMO COMUNQUE CON L’ UNICO VERO DESIDERIO; OSSIA QUELLO DI DIVENTARE NOI STESSI, REALIZZATI E RISVEGLIATI NEL NOSTRO ESSERE, QUI IN QUESTA TERRA, ORA. ‘L’ UNICO VERO DESIDERIO’*